Google Accusata di Favorire le App dei Big

Google Accusata di Favorire le App dei Big

Come è ormai ben noto, sul Google Play Store viene applicata una commissione del ben 30% sui guadagni generati dalle applicazioni che ospita.

Molti sviluppatori ritengono questa quota eccessiva ed hanno elaborato nel corso del tempo diversi metodi per aggirarla.

A quanto pare, tuttavia, per arginare questi fenomeni Google avrebbe offerto commissioni diverse basandosi sull’interlocutore che aveva di fronte, favorendo i big del settore a scapito delle piccole aziende e degli sviluppatori indipendenti.

Nello specifico si parla di applicazioni importanti come Netflix, Spotify, Tinder ed altre.

Parte del documento in cui si fa esplicitamente riferimento a Netflix, Spotify e Tinder

Queste informazioni emergono da una nuova causa antitrust intentata negli USA nei confronti di Google da parte di Michael Acton, corrispondente senior di MLex.

Causa che in breve tempo potrebbe trasformandosi in un una vera e propria class action.

La risposta di Google, tuttavia, non si è lasciata attendere.

Tramite un portavoce l’azienda ha infatti dichiarato quanto segue:

Tutti gli sviluppatori sono soggetti alle stesse politiche, inclusa quella sui pagamenti. Abbiamo da tempo in atto programmi che supportano gli sviluppatori con risorse e investimenti potenziati. Questi programmi sono un segno di sana concorrenza tra sistemi operativi e app store e avvantaggiano gli sviluppatori
Google

Commissioni troppo elevate

Ma senza un reale motivo

Altro aspetto degno di nota riguarda proprio la percentuale delle commissioni.

Pare che, per essere in attivo, a Google basterebbe solamente il 6% delle commissioni sui guadagni generati dalle applicazioni che risiedono sul Play Store.

Pertanto, gli avvocati fanno notare come le commissioni al 30% sono arbitrariamente “gonfiate” senza un reale motivo.

Al momento Google non ha fatto dichiarazioni specifiche in merito a questa argomentazione.

Google e gli store di terze parti

Il sistema Android è veramente “open”?

Negli anni una delle argomentazioni a favore di Android rispetto ad iOS è stata la sua apertura, rispetto alla cosiddetta gabbia dorata in cui si ritrovano gli utenti Apple.

Infatti non è un mistero che sono presenti svariati store di terze parti da cui installare applicazioni.

Tuttavia questa pratica viene fortemente ostacolata da Google.

Come infatti si legge in un articolo dei termini di servizio del Play Store, agli sviluppatori non è permesso di pubblicizzare o veicolare gli utenti all’esterno del Play Store per accedere ai loro prodotti.


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Pubblicato da Claudio Cortese

Sono Claudio Cortese, un giovane sviluppatore Full Stack. Nel mio tempo libero condivido con i lettori di The Very Tech consigli, tutorial o semplicemente notizie riguardanti il mondo della tecnologia. Giorno dopo giorno cerco sempre di migliorare me stesso, non a caso Il mio motto è LSNED : “Learn Something New Every Day“.

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